giovedì 26 febbraio 2009

ALCUNI CENNI STORICI


Autonomia Operaia è stato un movimento della sinistra extraparlamentare attivo fra il 1973 e il 1979.
Nasce intorno alla fine degli anni '70, non come vero e proprio partito ma come "area" nella quale confluirono alcuni esponenti dei movimenti della sinistra extraparlamentare o sinistra rivoluzionaria in opposizione alla sinistra riformista.



Le origini
Dopo lo scioglimento dei movimenti storici della sinistra nati dalle esperienze del
Movimento Studentesco del 1968, il più importante dei quali fu Potere Operaio, e dopo il Congresso di Rimini del 1976 che determinò lo scioglimento della più importante formazione extraparlamentare, Lotta Continua, diversi militanti di queste formazioni si riunirono in un movimento autonomo che assommava in sé le esperienze delle lotte operaie e studentesche degli anni '70.
Con la nascita delle radio libere i neomilitanti autonomi si aggregarono intorno ad alcune di esse, le più famose delle quali furono
Radio Onda Rossa di Roma, Radio Alice di Bologna, Controradio di Firenze, Radio Sherwood di Padova e altre minori, diffuse comunque in quasi tutte le regioni italiane.
Autonomia Operaia ebbe due anime ben distinte, anche se all'interno della stessa area: da un lato un'anima operaista di stampo
marxista leninista, dall'altro una studentesca, più anarchica e libertaria.
Dopo lo scioglimento di
Lotta Continua l'omonimo quotidiano rappresentò le istanze di Autonomia Operaia ancora per qualche anno, mentre l'ala operaista faceva riferimento ai mensili Rosso e Controinformazione, l'ala creativa si raccoglieva attorno ad A/traverso, organo del trasversalismo bolognese, ed alle riviste Zut e Frigidaire.
Alcuni leaders del '68 furono considerati le menti pensanti del movimento autonomo. Fra loro vanno citati il romano
Oreste Scalzone, Franco Piperno professore all'Università della Calabria, Toni Negri dell'Università di Padova e Franco Berardi detto "Bifo" redattore della bolognese Radio Alice.

Il movimento del '77
Ciò che fece crescere in maniera esponenziale il numero dei militanti autonomi furono le lotte del cosiddetto
Movimento del '77.
Nel marzo del
1977 l'uccisione, da parte della polizia, dello studente di Lotta Continua Francesco Lorusso a Bologna scatenò una serie di manifestazioni di protesta in tutta Italia. Le proteste furono molto accese e portarono all'occupazione di numerose università, in particolare quella di Bologna e "La Sapienza" di Roma e a numerosi atti di aggressione politica violenta.
La risposta da parte delle istituzioni non si fece attendere: la cittadella universitaria bolognese fu circondata dai mezzi blindati dei Carabinieri, mobilitati per ordine dell'allora Ministro degli Interni
Francesco Cossiga. La cittadella universitaria fu sgombrata dalle forze dell'ordine dopo tre giorni di durissimi scontri.
In seguito ci furono grandi proteste anche da parte di personalità della politica e della cultura. Va citato un durissimo "Manifesto contro la repressione" degli intellettuali francesi riuniti attorno alla figura dello scrittore
Jean-Paul Sartre, fra i quali spiccavano i nomi dei filosofi Gilles Deleuze e Félix Guattari, che condannarono le autorità della giunta comunista bolognese per non essere intervenuta contro questo atto repressivo, manifesto che sarebbe stato alla base del convegno contro la repressione del settembre di quell'anno. Nel documento si manifestava una preoccupazione per la repressione autoritaria da parte dello stato italiano, ma si evidenziava una certa lontananza dei sottoscrittori dalla realtà politica italiana, per esempio mancando di cogliere alcune caratteristiche peculiari del movimento di Autonomia Operaia (e del 1977 in genere) che la distinguevano dalla tradizione della sinistra comunista tradizionale parlamentare.

Lo scontro col PCI
D'altra parte il
Partito Comunista Italiano aveva già espresso una condanna dei metodi violenti di Autonomia Operaia, cui contrapponeva una lotta all'interno delle istituzioni democratiche. In quegli stessi anni stava inoltre maturando una nuova linea da parte del PCI a favore dell'Eurocomunismo e di uno strappo con l'URSS. Inoltre stava maturando una strategia che avrebbe portato al compromesso storico con la democrazia cristiana.
La condanna del PCI si manifestò in maniera palese dopo il
17 febbraio 1977 a seguito dei fatti avvenuti durante il comizio dentro l'Università di Roma, occupata dagli studenti, di Luciano Lama, segretario della CGIL, sindacato vicino alle posizioni del PCI. Durante il comizio ci fu un duro scontro fra gli autonomi e il servizio d'ordine della CGIL che si concluse con la cacciata di Lama dal cortile de "La Sapienza". Lo scontro fornì l'occasione alla Questura di Roma di fare irruzione nell'Università per sgomberare con la forza gli studenti che l'avevano occupata.
La linea degli autonomi successivamente si radicalizzò, con il prevalere della corrente operaista favorevole allo scontro duro con le istituzioni, mentre la linea dei cosiddetti "creativi" che si era mobilitata creando il movimento degli
Indiani Metropolitani venne messa in minoranza. Una parte dell'ala dura degli autonomi decise che era giunta l'ora di "alzare il livello dello scontro", ossia di passare alla lotta armata.

Autonomia e lotta armata
Da quel momento l'Autonomia Operaia si avvicinò alle posizioni dei gruppi terroristici che si stavano formando, così molti militanti entrarono in clandestinità, rafforzando il numero dei militanti di gruppi come le
Brigate Rosse ma in maniera particolare dei Nuclei Armati Proletari NAP che agivano all'interno delle carceri, dove molti autonomi furono rinchiusi.
Alcune frange minoritarie dei movimenti della lotta armata furono espressione diretta di gruppi autonomi passati in clandestinità, fra questi si devono ricordare almeno le Squadre Proletarie di Combattimento, i
Proletari Armati per il Comunismo, e la più longeva e meglio strutturata Azione Rivoluzionaria.
Altri autonomi approdarono nelle file delle già costituite e operanti
Unità Comuniste Combattenti e Prima Linea diffusi più che altro nell'Italia centro-settentrionale.
La maggior parte degli autonomi, però, si disperse. Nei primi anni Ottanta alcuni rientrarono nei residui movimenti della
sinistra extraparlamentare o si unirono a Democrazia Proletaria, partito che poi si è presentato anche alle elezioni.

Il convegno di Bologna
Il Movimento del '77 ebbe il suo momento di maggiore espressione durante il mese di settembre di quell'anno, quando fu indetto un
convegno contro la repressione nella città dove il movimento era nato, cioè Bologna.
Il convegno che durò tre giorni: 24, 25 e 26 settembre, spinse a Bologna circa centomila giovani che trasformarono la città in un palcoscenico per feste, rappresentazioni teatrali e musicali, mentre all'interno del Palazzo dello sport diecimila persone discutevano sul futuro e sulla leadership del Movimento. Partecipano anche molti intellettuali, fra i quali lo psichiatra
Franco Basaglia promotore della Legge 180/78 sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici, i francesi firmatari dell'appello di Sartre e gli attori-registi Dario Fo e Franca Rame, oltre ai leaders riconosciuti di Autonomia Operaia, Oreste Scalzone e Toni Negri. Nel corso del convegno Autonomia operaia tentò di prendere l'egemonia, ma in realtà il movimento in quanto tale non riuscì ad elaborare un programma e metodologie di lotta che permettessero la continuazione di quella esperienza. Si può forse affermare che il convegno tenuto a Bologna segnò l'ultimo atto del movimento.

Dal Settantotto al Sette aprile
A dieci anni dal
Sessantotto il Movimento, egemonizzato oramai da Autonomia segna il passo. Gli organi d'informazione si interessano a lungo di un'iniziativa, vera o presunta, partita da dei giovani di un liceo romano, atta a rivendicare un voto di sufficienza garantito per tutti gli studenti, divenuto noto come "Sei Politico", istanza giudicata assurda e bollata come "falso problema" dal mondo politico. Nonostante ciò il movimento subiva una crescente impopolarità per la recrudescenza del fenomeno terroristico, culminante con il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, e gli episodi di guerriglia urbana che puntualmente scaturivano durante le manifestazioni per le uccisioni di militanti extraparlamentari o le loro ricorrenze. Autonomia Operaia fu di fatto sciolta a causa degli arresti che ne seguirono con la carcerazione dei suoi leader più noti, ondata che culminò nel famoso 7 aprile 1979. Toni Negri e Oreste Scalzone si diedero alla latitanza in Francia per l'accusa di fiancheggiamento ai gruppi terroristici. In pochi giorni fu indetta un'iniziativa di mobilitazione generale a Padova, stroncata sul nascere da un incredibile dispiego di Polizia ed esercito, allertati a seguito dello scoppio di un ordigno avvenuto il giorno prima nella vicina cittadina di Thiene, esplosione accidentale, secondo la tesi ufficiale, che causò la morte di tre giovani che lo stavano confezionando.

Gli anni 80
Negli anni 80, soprattutto dopo l'uccisione di Pietro Maria Walter Greco (detto "Pedro") da parte di agenti della
Digos e del Sisde, l'autonomia torna a costituirsi in varie città italiane come Collettivi Autonomi e come parte del Coordinamento Nazionale Antinucleare Anti-imperialista.
I blocchi e le manifestazioni del CNAA verranno spesso caricati duramente dalla polizia.
Riguardo ai blocchi antinucleari, ad esempio i parlamentari Ronchi, Tamino e Russo chiedono in una
Interrogazione parlamentare del 9 dicembre 1986 :
« premesso che il 9 dicembre 1986 era stata indetta una manifestazione con presidio del cantiere della centrale elettronucleare di
Montalto di Castro, da parte del Coordinamento Antinucleare e antimperialista, struttura alla quale si riferiscono settori di militanti e simpatizzanti dell'area dell'Autonomia Operaia; da quanto risulta dai primi resoconti le forze di polizia e carabinieri affluite in gran numero hanno caricato a freddo i manifestanti, facendo uso anche di armi da fuoco (un manifestante risulterebbe ferito ad una gamba da un colpo d'arma da fuoco) e tirando candelotti lacrimogeni ad altezza d'uomo (un altro ragazzo è stato ricoverato all'ospedale di Tarquinia a causa di un trauma provocato da un candelotto in pieno petto), ferendo numerosi partecipanti a questa manifestazione - : quali siano state le direttive, se vi siano state, impartite alle forze dell'ordine, per quali ragioni esse si siano accanite con tanta durezza contro questa manifestazione antinucleare; se non ritenga che si debba garantire a tutti il diritto di manifestare e se sia legittimo utilizzare l'immagine violenta ed anche rilevanti errori politici dell'Autonomia Operaia per togliere a quest'area politica e sociale, nei fatti , questo diritto, consentendo una dura e spropositata repressione di ogni sua iniziativa politica.(4-18951 )" »
Negli anni 80 a Milano collettivi autonomi nascono intorno alla casa occupata di via dei Transiti 28 e al periodico Autonomen, a
Padova il centro di documentazione antinucleare antimperialista fa riferimento a Radio Sherwood e a Roma continua l'esperienza di via dei Volsci e di radio Onda Rossa.

Eredità di Autonomia
Oggi l'ideologia operaista e l'
autogestione delle lotte che caratterizzava l'Autonomia Operaia trova continuità in alcuni gruppi vicini ai centri sociali e all'area del sindacalismo di base. Molte delle elaborazioni teoriche dell'area dell'autonomia sono presenti tutt'ora all'interno della odierna sinistra extraparlamentare italiana.

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